Un appartamento molto piccolo: 47 mq. netti interni. Quando lo spazio è poco l’intervento di redistribuzione, tagliando “su misura” per chi ci abita, è indispensabile: non c’è nemmeno un centimetro quadrato da sprecare.

Un appartamento degli anni ‘70 prima e dopo l’intervento. Negli schemi in alto si vede quanto spazio viene dedicato ai percorsi e quanto alle zone giorno e notte. Leggibilissima la trasformazione nell’uso e nella necessità di spazio. In 40 anni un appartamento per una famiglia (due camere da letto) diventa sufficiente solo per una persona/coppia.

Un altro appartamento piccolissimo, 39 mq. netti interni, dove i muri che lo suddividevano sono stati completamente demoliti e sostituiti dagli arredi su misura che, oltre che essere perfettamente aderenti ai gusti degli occupanti, ottimizzano la scarsissima superficie.

Quando si trovano luoghi affascinanti diventa quasi una necessità “fermarli”. E dovreste vedere questa casa adesso, quanto è diventata banale, dopo una ristrutturazione scellerata che ne ha annullata la particolarissima atmosfera.

“Disegno” è anche un progetto che rimane tale, senza inverarsi. E’ sempre un reale dispiacere vedere potenzialità che non si dispiegano, ma lo è tanto più quanto più si è convinti che il progetto sia davvero buono. Come  in questo caso, dove la sfida era veramente complessa ed interessante. Molti livelli di difficoltà, progettuali e realizzativi. Dall’accostamento ad una picola preesistenza di cui si voleva modificare poco e nulla, alla scelta di usare una tecnologia poco nota (la costruzione massiva in tronchi di legno, con i conseguenti problemi anche di linguaggio ), sperimentando tecniche e metodi per la riduzione dei costi ma non delle prestazioni dell’edificio, alla necessità della massima accessibilità, alla tipologia un po’ particolare… Sarebbe stata una esperienza oltremodo interessante. Non si farà. Almeno non in questo posto e non ora.